A new day is shining

Fleet Street

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    Fu il sole a svegliarmi quella mattina: intensi raggi dorati filtravano attraverso la finestra correndo sul mio viso, insinuandosi tra le ciglia e trovando rifugio sotto le palpebre socchiuse, fino a posarsi sui miei occhi, quasi riconoscendo in essi la stessa luce che animava il loro bagliore.
    Distesi il volto in un espressione di serena tranquillità e sospirai profondamente. L'intera casa era immersa nella quiete più profonda.
    Non volendo porre fine a quell'attimo, rimasi in posizione supina ad ascoltare i suoni provenienti dall'esterno.
    Londra si era svegliata.
    Fu forse il vociare delle persone e la fretta di adempiere alle proprie occupazioni che mi spinse a scostare le lenzuola, permettendo al freddo di accarezzarmi la pelle. Per quanto mi piacesse rilassarmi, lo stare seduta con le mani in mano non mi si addiceva.
    Iniziai per tanto a vestirmi, ricambiando il sorriso che la mia immagine rifletteva sul grande specchio. Notai con piacere che le pesanti occhiaie sembravano essere affievolite, cosa che non accadeva da quando l'emporio era divenuto il posto più frequentato di Fleet Street. I primi clienti si presentavano poche ore prima di pranzo e da quel momento il locale non era mai vuoto. Ricordavo a malapena i brevi attimi di tranquillità che il mio lavoro mi concedeva: la folla cominciava ad affluire soltanto alle ore più buie della sera. Inoltre, nelle rare occasioni in cui l'attenzione dei passanti, la cui fame era finalmente stata saziata, si distoglieva dal locale, trascorrevo le mie ore nella sala del forno, a privare i clienti di Sweeney della loro carne. Ciò mi rammento che a breve sarebbero arrivate le prime bocche da sfamare e che era tempo di preparare qualche pasticcio. Tuttavia non avevo alcuna fretta di aprire l'emporio, non quel giorno.
    Stringendo con forza i lacci del corsetto e con un gran sorriso ancora stampato sul volto oltrepassai la soglia diretta in cucina.
    Nulla avrebbe potuto guastare quella giornata. Nulla.
    Mentre percorrevo il corridoio buio levai lo sguardo al soffitto, chiedendomi se Sweeney si fosse alzato. Di rado lasciava la sua postazione, tuttavia con l'omicidio del giudice mi auguravo avrebbe evitato di confinarsi lassù per l'intero corso della giornata.
     
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    Trascorsi una nottata tranquilla (o almeno ciò che rimaneva della nottata), senza sognare, senza rigirarmi nel letto. Come mi coricai, così mi svegliai il giorno seguente.
    Mi piaceva quell'assenza di pensieri, quella nuova vita.
    Era come se mi fossi svegliato sereno.
    Quella dormita ci voleva proprio, mi aveva schiarito le idee, aveva allontanato quei flebili dubbi che ancora mi erano rimasti e mi aveva donato una nuova determinazione.
    Mi affacciai dalla finestra e guardai Fleet Street popolarsi sotto i miei occhi.
    Sebbene fosse mattina presto, alcuni lavoratori erano già in piedi, pronti nelle loro botteghe o riversati in strada alla ricerca di clienti.
    A fatica, il lato destro della mia bocca tentò di sollevarsi. Mi resi conto che tale smorfia poteva assomigliare maggiormente ad un tic nervoso, ma era un sorriso. O almeno, una parvenza di sorriso. Ad ogni modo, era l'espressione più allegra che riuscivo ad adottare, pertanto doveva bastarmi e bastare.
    Mi vestii e, ennesima novità secondo i miei canoni, scesi al piano di sotto.
    Era nato un nuovo Sweeney Todd, un nuovo uomo si era impossessato di me e di conseguenza questo nuovo uomo aveva bisogno di nuove abitudini.
    Come se mi fossi rigenerato, come se fossi tornato ad essere creta, ora potevo plasmarmi secondo le mie volontà.
    Niente più rancore, niente più vendetta.
    Ero rinato. Come un neonato, ora necessitavo di nuove esperienze. Come un foglio di carta bianca, potevo scrivere nuovi capitoli della mia vita, addirittura un nuovo prologo e dare inizio ad un nuovo romanzo avente me stesso come protagonista.
    Quanti altri uomini possedevano un simile privilegio?
    Avevo deciso di dimenticare Lucy e mia figlia. Quelle due donne appartenevano ad un altro essere umano.
    Io ora avevo Nellie e quella donna mi bastava.
    Era estremamente bizzarra, era perfetta per me, ora lo avevo capito.
    La raggiunsi in cucina, sapevo che si trovava lì.
    «Dormito bene, Mrs Lovett?» domandai aggirando il bancone. Presi delicatamente entrambe le sue mani e abbozzai un paio di passi di danza, facendola volteggiare per la stanza.
    «Oh, Mrs Lovett, questa è l'alba di un nuovo giorno e nessuna nuvola potrà oscurarla».
    Ero estremamente ottimista al riguardo: avevamo eliminato ogni traccia di minaccia, ogni nemico era stato sterminato. Eravamo liberi di vivere, ora.
    Ed io provavo un'intensa fame di vita.
    Ero stato in prigione, ero stato divorato dal desiderio di vendetta, dunque adesso era scoccata l'ora della mia rinascita.
     
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    Quando varcai la soglia della cucina il sorriso si estendeva ancora sul mio viso, conferendomi un'espressione di beatitudine e alleviando i segni che le fatiche dei giorni precedenti avevano impresso sulla mia pelle.
    Con passo leggero, quasi a ritmo di piccoli balzi, mi accostai alle ampie finestre dell'emporio e concessi una rapida occhiata al mondo esterno: Londra si stava svegliando, reduce inconsapevolmente da una notte di sangue.
    La folla cominciava a riversarsi per le strade, ignara, ancora per pochi preziosi attimi, di quanto fosse avvenuto nelle ore addietro.
    La scomparsa di un funzionario pubblico di rilievo come il giudice Turpin avrebbe creato scalpore in meno di quanto si potesse sperare e, con la notizia della sparizione del messo, tra i cui incarichi era previsto un controllo all'emporio, sarebbe stato sorprendente se le ricerche non avessero presto condotto qui.
    Alzai le sopracciglia arricciando le labbra e sospirai.
    Vi erano numerosi modi per far sparire le tracce e ne avremmo certo trovato uno prima che queste riconducessero a noi.
    Non avendo intenzione di guastarmi la mattinata e volendo approfittare dello stordimento mattutino che avrebbe tenuto a bada la città ancora per un paio d'ore, mi diressi con passo rapido verso il bancone per preparare l'impasto dei primi pasticci.
    Udii la porta cigolare e un istante dopo il Signor T. avanzò con foga nell'emporio. Non ebbi il tempo di rivolgergli la parola che egli mi aveva già afferrata conducendomi in una vorticosa danza al centro della sala.
    «Dormito bene, Mrs Lovett?»
    Gli risposi con un ampio sorriso lasciandomi trasportare tra le sue braccia.
    -Sembrerebbe che la notte abbia giovato anche a voi, Mr. T.- osservai, catturata dall'entusiasmo che i suoi occhi emanavano. Conoscevo bene quello sguardo, animato da una luce che rappresentava pura voglia di vivere.
    E se lo scopo prima era stato la vendetta, ora costituiva certo qualcos'altro.


    Sore, fa abbastanza schifo ma abbi pazienza, non posto da secoli xD Prometto di riprendermi durante la role xD


    Edited by Bellatrix Riddle - 21/10/2013, 02:15
     
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    Ma nuu, è perfetto!! <3


    :Sweeney:

    Respirai a pieni polmoni ancora una volta, mentre ponevo termine a quel volteggiare. Se qualche cliente si fosse affacciato dalla vetrina sudicia e piena di ditate, si sarebbe sicuramente sentito spaesato ed avrebbe deciso di recarsi presso altri ristoranti.
    Il sorriso di Mrs. Lovett mi confermò che non ero l'unico a sentirsi bene quella mattina. Avevo assecondato la mia ira, la mia amarezza ed il mio desiderio di vendetta ed ora ero svuotato da quelle emozioni, come un otre vuoto, da riempire con dell'altro vino ed il vino che ora sarebbe stato riversato dentro di me avrebbe avuto un altro sapore.
    «Ne sono lieto» conclusi, raggiungendo successivamente l'ampia vetrata che dava su Fleet Street. La strada era sempre grigia ed oscura, insana, caratterizzata da uno strato di nebbia fredda ed umida al contempo che avvolgeva ogni cosa.
    Era una strada diversa dal resto di Londra, come se in quella via fosse permessa ogni cosa, come se gli abitanti di Fleet Street vivessero al limite della legalità un'esistenza surreale, esterna al mondo.
    Ed io mi sentivo il re di quella strada.
    «Chiudete il locale per oggi, Mrs. Lovett. Ho voglia di andare a fare una gita» proposi successivamente, mentre i miei occhi seguitavano ad osservare l'operoso sgambettare dei lavoratori di Fleet Street.
    Sapevo che la donna non avrebbe rifiutato la mia idea: avevo compreso la motivazione delle azioni precedenti di Nellie, avevo compreso di possedere un certo ascendente su di lei. Sapevo, dunque, ch'ella non avrebbe sollevato obiezioni.
    In fin dei conti, una giornata di chiusura non avrebbe influito eccessivamente sui suoi profitti: i clienti avevano iniziato ad affollare il locale da quando la cuoca aveva cambiato gli ingredienti utilizzati per i suoi pasticci.
    Non sarebbe andata in fallimento e, immaginavo, anche se questa prospettiva non fosse stata lontana, ella non avrebbe rinunciato ad uscire con me.
    Mi resi immediatamente conto che la mia proposta poteva celare una sfumatura romantica, ma il tono con cui avevo parlato aveva escluso, categoricamente, una simile ipotesi.
    Era pur vero che avevo pensato che Mrs. Lovett fosse la donna perfetta per il mio nuovo essere, ma era anche vero che al momento non sentivo la necessità di accasarmi.
    Al momento, più che di una moglie o compagna, avevo bisogno di un'amica. In seguito tale status sarebbe potuto cambiare, ma non ora.
    Mi augurai che non le saltassero grilli per la testa. Non saremmo stati come una famiglia, non ora. Si sarebbe semplicemente trattato di un'uscita fuori porta semplice e serena.
    Mi ero considerato come un neonato, e in quanto tale desideravo esplorare, rivedere il mondo attraverso i miei nuovi occhi. Chissà che non avrei scoperto una nuova visione dello stesso.
    Magari avrei perduto il mio cinismo, chi poteva dirlo?
     
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3 replies since 25/4/2013, 12:07   74 views
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